San.In.Veneto: le nuove regole sui rimborsi agli iscritti

Richieste di rimborso più chiare con le nuove regole in vigore dal 1° settembre 2025

Dal 1° settembre 2025 il Fondo San.In.Veneto ha introdotto nuove regole per l’erogazione dei rimborsi, al fine di garantire maggiore chiarezza agli iscritti. Le modifiche riguardano principalmente termini e modalità di presentazione delle domande nonché la correttezza della liquidazione.

Pertanto, viene modificato il termine di presentazione della domanda di rimborso la cui richiesta dovrà essere presentata entro il 30 aprile dell’anno successivo alla data della fattura. 

Nel caso di domanda di rimborso spese sostenute per familiari a carico, sarà necessario presentare la dichiarazione fiscale dell’anno successivo. La pratica viene sospesa fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello della fattura e potrà essere integrata fino a quel momento.

Viene, inoltre, stabilita una soglia minima di rimborso pari a 10,00 euro per tutte le prestazioni che non prevedono spese da parte dell’iscritto.

Per quanto attiene le fatture presentate per la richiesta di rimborso, vengono modificate le regole come segue:

– nell’ipotesi in cui una fattura contenga più prestazioni rimborsabili, il Fondo rimborserà solo quelle per cui è stata fatta esplicita richiesta nella domanda. Pertanto è importante verificare di aver richiesto correttamente il rimborso per tutte le prestazioni;

– nell’ipotesi in cui una fattura contenga un unico importo totale per più prestazioni, il Fondo rimborserà solo quella con il costo più elevato.

Vengono modificate anche le regole per le fatture odontoiatriche (per protesi dentarie o trattamenti ortodontici):

– nella fattura devono essere specificati i denti interessati;

– deve essere allegata la dichiarazione di conformità o un’ortopanoramica iniziale che riporti il nome del paziente e i denti interessati se il trattamento non è concluso.

Ogni singola prestazione prevede un solo rimborso, anche se si usano più fatture di acconto e saldo o se il trattamento si svolge a cavallo di due anni.

Per la richiesta di rimborso delle lenti da vista, è obbligatorio allegare la prescrizione dell’ottico o dell’oculista, che indichi il visus.

Infine viene introdotta una policy antiabuso per prevenire liquidazioni non corrette. Il sistema di liquidazione bloccherà in automatico i rimborsi se si supera una certa soglia di importi o prestazioni richieste per una specifica categoria. In questi casi, verrà richiesta documentazione aggiuntiva, come referti o prescrizioni mediche.

Nel caso di mancata presentazione della documentazione richiesta, di mancata restituzione di importi erogati per errore o di mancato versamento delle quote per le tutele volontarie comporterà la sospensione della posizione. L’iscritto sospeso non potrà presentare nuove domande di rimborso, iscrivere familiari o generare card per sconti, finché non avrà regolarizzato la sua posizione.

Intermittenti: chiarimenti sulle conseguenze dell’abrogazione del Regio decreto n. 2657/1923

Fornite delucidazioni soprattutto a seguito di richieste pervenute dal settore del turismo (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, circolare 27 agosto 2025, n. 15).

In considerazione dell’abrogazione del Regio decreto n. 2657/1923 a opera della legge n. 56/2025, Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fornito chiarimenti in merito alle conseguenze determinatesi sulla disciplina del lavoro intermittente, tenuto conto anche delle richieste di chiarimento pervenute dal settore turistico, presso il quale il ricorso a tale tipologia di lavoro risulta particolarmente rilevante.

Al riguardo, è stato posto  il problema se la citata legge possa avere comportato la contestuale abrogazione implicita del D.M. 23 ottobre 2004, il quale stabilisce che “è ammessa la stipulazione di contratti di lavoro intermittente con riferimento alle tipologie di attività indicate nella tabella allegata al Regio Decreto 6 dicembre
1923, n. 2657”. 

In proposito, la circolare in commento conferma il precedente orientamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dell’Ispettorato nazionale del lavoro secondo cui la Legge 56/2025 non avrebbe inciso sulla attuale disciplina del lavoro intermittente, poiché il rinvio operato dal D.M. 23 ottobre 2004 “alle tipologie di attività indicate nella tabella allegata al Regio decreto 6 dicembre 1923, n. 2657” è da considerarsi quale rinvio meramente materiale” che, in quanto tale, cristallizza nell’atto che effettua il rinvio le disposizioni richiamate, senza che le successive vicende delle stesse abbiano alcun effetto giuridico sulla fonte che le richiama. 

Peraltro, il Dicastero rammenta che già la circolare n. 4/2005, in materia di lavoro intermittente, aveva precisato che il rinvio effettuato dal D.M. 23 ottobre 2004 alle “tipologie di attività” di cui alla tabella allegata al R.D. n. 2657/1923 dovesse essere considerato come parametro di riferimento oggettivo cui la legge attribuisce, in via residuale, “il compito di individuare, mediante una elencazione tipologica o per clausole generali, quelle che sono le esigenze che consentono la stipulazione dei contratti di lavoro intermittente”.

Sul punto va inoltre precisato che il citato D.M. è da ritenersi ancora oggi vigente in forza della disposizione di cui all’articolo 55, comma 3 del D.Lgs. n. 81/2015 in base al quale lo stesso continua a trovare applicazione sino all’emanazione degli specifici decreti richiamati dallo stesso decreto legislativo.

Pertanto, le attività elencate nella tabella allegata al citato Regio Decreto, in quanto incorporate nello stesso decreto ministeriale del 2004, devono ritenersi tuttora in vigore nonostante l’avvenuta abrogazione del R.D. 2657/1923. Da ciò discende la perdurante utilizzabilità della tabella in esame, ai fini della stipula di contratti di lavoro intermittente, anche nel settore turistico. 

CCNL Poste: proclamato sciopero nazionale

Indetto sciopero delle prestazioni straordinarie ed aggiuntive dal 2 settembre al 1° ottobre 2025 

Lo scorso 23 agosto 2025 le Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil e UIL-Poste hanno proclamato lo sciopero del personale di Poste Italiane Spa su tutto il territorio nazionale, in linea con quanto previsto dalle Leggi n.146/1990 e n. 83/2000.

Pertanto, la mobilitazione prevista dal 2 settembre al 1° ottobre 2025 riguarderà le prestazioni di lavoro straordinario, supplementare e aggiuntivo.

Tale decisione è arrivata a seguito dell’esito negativo della trattativa svoltasi l’8 luglio 2025 a livello nazionale tra Poste Italiane e le OO.SS.